sabato 21 gennaio 2017

Patrizia, l’oncologa italiana che conquista Parigi in una notte con il libro che racconta «come si uccide il cancro»

Fonte: Corriere della Sera (27ma ora)

Un libro appena uscito sta avendo molto successo in Francia, è scritto da una scienziata italiana, la professoressa Patrizia Paterlini-Bréchot dell’università Paris-Descartes.
Si intitola "Tuer le cancer", "uccidere il cancro" è edito da Stock, ed è un viaggio appassionante nella battaglia contro i tumori e nella vita personale di Paterlini-Bréchot.
Le due avventure in buona parte coincidono. Nata a Reggio Emilia, si laurea a Modena vincendo il premio per la migliore tesi di medicina del 1978.
Segue i corsi dell’«Infallibile Maestro», come lei chiama nel libro il professor Mario Coppo, e un giorno la giovane dottoressa Paterlini incontra il suo «paziente zero».

Un uomo destinato a morire, in pochi giorni, di cancro al pancreas. Combattuta tra il dirgli la verità o meno, cerca in ogni modo di aiutarlo e di alleviare le sue sofferenze ma l’ultimo sguardo durante la crisi finale è per lei: «Occhi immensi, spalancati, che meglio di qualsiasi parola esprimono il suo disprezzo e mi accusano: “Mi hai tradita!”».
Patrizia Paterlini decide che dedicherà la sua vita a combattere il cancro. Va a Parigi per uno stage di biologia molecolare, entra nella squadra del professor Christian Bréchot e se ne innamora, ricambiata.
Si trasferisce definitivamente in Francia e indirizza le sue ricerche verso una scoperta straordinaria, che potrebbe un giorno valerle il premio Nobel.
Da circa un anno e mezzo è a disposizione dei pazienti il test «Iset» (Isolation by Size of Epithelial Tumor Cells) per l’individuazione delle cellule tumorali nel sangue.

«Con un semplice prelievo si può scoprire se nell’organismo si sta sviluppando un tumore, anche se è a uno stadio talmente iniziale che non ha ancora generato una massa rilevabile da una Tac o una radiografia», spiega l’oncologa.
Il guadagno di tempo è evidente, e il tempo è tutto.
Con questo sistema il professor Paul Hofman a Nizza ha scoperto cellule tumorali nel sangue di cinque pazienti a rischio, fumatori affetti da broncopatia, ben prima che il cancro al polmone fosse visibile.
Il test costa 486 euro, non ancora rimborsati dall’assistenza sanitaria francese, ma il punto è che «uccidere il cancro» prima che prenda forza è un traguardo a portata di mano.
Sarebbe arrivata a questa scoperta se fosse rimasta in Italia? «All’epoca gli studi di biologia molecolare erano più avanzati in Francia.
Ma credo che anche la mia formazione italiana abbia contato molto».
Quale sarà il passaggio successivo? «Con la mia équipe stiamo cercando di rendere il test ancora più preciso.
Oggi indica se c’è un tumore in corso, e altri esami dicono poi in quale organo.
In futuro il test potrebbe dirci subito qual è l’organo interessato».

Risorse

Sito web ISET

lunedì 16 gennaio 2017

Test sanguin : un produit du microbiote prédit les incidents cardiaques

Source: Sciences avenir

En mesurant dans le sang le TMAO, une molécule produite par le microbiote pendant la digestion, il serait possible de prévoir jusqu'à 7 ans à l'avance les accidents cardiaques, selon une étude américano-suisse.

L’oxyde de  triméthylamine (TMAO), un produit issu de la transformation de certains aliments par les bactéries intestinales (microbiote), serait un bon indicateur de futurs incidents cardiaques.
Sa concentration sanguine, mesurée chez des patients ayant déjà eu une alerte, serait, en effet, annonciatrice d’évènements graves dans les mois qui suivent, voire de décès.
Tel est le résultat obtenu par les chercheurs de l’Université de Cleveland (Etats-Unis), menés par Stanley Hazen, et par différents hôpitaux suisses dont l’hôpital universitaire de Zurich et publié dans l’European Heart Journal.

TMAO. Les chercheurs proposent donc d'associer un nouveau test à la "panoplie" déjà existante et utilisée lors d'une suspicion de syndrome coronarien aigu (obstruction des artères coronaires) ou d'infarctus du myocarde : examen clinique,  électro-cardiogramme et dosage biologique (Troponine).
Ces examens, pratiqués aux urgences, viennent en effet confirmer ou non le diagnostic et induire un traitement lorsqu'un patient se présente avec des symptômes inquiétants (douleur à la poitrine, au cou, aux épaules et au dos, essoufflement, nausées, perte de conscience...).
Désormais, il pourrait donc y avoir, en plus, le dosage du TMAO.

Un "outil additionnel" pour la prédiction
Le TMAO est produit par les bactéries intestinales lorsqu’on ingère des aliments riches en lécithine et phospholipides choline tels que la viande rouge, les œufs ou les produits laitiers.
Des études antérieures ont montré qu'il était impliqué dans le développement de l’athérosclérose, dépôt de plaque lipidique dans les artères (voir schéma).
En 2013, l’équipe de Stanley Hazen avait démontré dans une étude du New England Journal of Medicine (4007 personnes suivies en cardiologie sur 3 ans) que sa présence dans le plasma et les urines étaient prédictifs d’accidents cardiovasculaires. Cette même équipe de Cleveland, associée à des hôpitaux suisses, ont ensuite observé deux cohortes de patients (2213), américains et suisses, arrivés aux urgences avec une douleur thoracique.
Ceux-ci ont alors bénéficié, en plus des tests classiques, d'une mesure du taux plasmatique de TMAO avant d'être suivis pendant plusieurs années.
Résultat : les patients dont le niveau de TMAO plasmatique initial était le plus élevé se sont avérés les plus à risque de faire un incident cardiaque majeur dans les 30 jours à 6 mois suivant le test.
Le niveau de TMAO était également plus élevé parmi ceux qui sont décédés dans les sept années suivantes !
« L’étude démontre pour la première fois que les niveaux de TMAO sont associés à un risque à moyen terme d’incidents cardiaques majeurs  mais aussi à une mortalité à long terme, parmi des patients ayant un syndrome coronariens aigu", explique Thomas Fusher de l’Université de Zurich, co-auteur de l’étude.

Les auteurs concluent que le dosage du TMAO du microbiote pourrait donc devenir "un outil additionnel pour la prédiction". En attendant, les cardiologues font-ils aussi des recommandations alimentaires pour faire baisser naturellement le taux de TMAO ?
"Les résultats ne sont pas encore clairs sur ce point, répond Thomas Fusher. Pour cela, nous devons poursuivre nos travaux".

venerdì 13 gennaio 2017

Scoperto perché lo stress manda in tilt il cuore

Fonte: La Repubblica Ricerca

Se siamo stressati mettiamo a rischio anche il nostro cuore.
Può farci male come fumare o avere la pressione alta.
Da tempo si conosceva la relazione fra stati di tensione e affaticamento con le malattie cardiache, ma ora uno studio, pubblicato su 'The Lancet', ha evidenziato che l'amigdala, quella parte del cervello che gestisce le emozioni, diventa iperattiva e aziona le difese immunitarie scatenando processi infiammatori deleteri per l'apparato cardiovascolare.

Stress e sistema immunitario
I ricercatori del Massachusetts General Hospital e dell'Icahn School of Medicine at Mount Sinai (Ismms) di New York, hanno scoperto che l'accresciuta attività dell'amigdala, l'area che elabora le emozioni come l'ansia, la paura o la rabbia, segnala al midollo osseo di produrre più cellule di globuli bianchi, che a loro volta agiscono sulle arterie infiammandole.
In pratica il cervello manda al sistema immunitario 'un segnale sbagliato' e quest'ultimo, in determinate condizioni, può causare infarto, angina e ictus.
Il collegamento potenziale "aumenta la possibilità che ridurre le stress può produrre benefici che vanno oltre il miglior senso di benessere psicologico", scrive l'autore, Ahmed Tawakol, del Massachusetts General Hospital e professore associato alla Harvard Medical School.

Lo studio
Gli autori dello studio hanno analizzando i dati di imaging e cartelle cliniche di quasi 300 persone sottoposte a Pet/Ct principalmente per screening oncologici, con un radiofarmaco che misura l'attività delle aree del cervello da un lato e mette in luce l'infiammazione nelle arterie dall'altro.
Tra i soggetti analizzati nessuno aveva un tumore attivo o malattie cardiovascolari quando si è sottoposto all'esame.
Dopo un periodo di monitoraggio dell'intero campione della durata media di quasi 4 anni, è emerso che i soggetti più stressati e con amigdala più attiva sviluppano malattie cardiovascolari con maggiore frequenza.
"Mentre un collegamento tra stress e malattie cardiache è stato da tempo stabilito, il meccanismo che media questo rischio non era stato chiaramente individuato  -  spiega Ahmed Tawakol, della divisione di cardiologia del Massachusetts General Hospital, autore principale del lavoro - .
Gli studi sugli animali hanno dimostrato che lo stress sollecita il midollo osseo a produrre globuli bianchi, portando a un'infiammazione arteriosa.
La nostra ricerca suggerisce che un percorso analogo esiste anche negli esseri umani".

Gli esperti hanno ripetuto lo studio su 13 soggetti con disturbo da stress post-traumatico, una condizione che segue a un forte trauma e hanno visto che avevano amigdala e sistema immunitario più attivi, una maggiore infiammazione dei vasi e maggior rischio di malattie cardiovascolari.

Traumi e malattie
"Già in passato si era già visto che pazienti con problemi neuropsichiatrici come ad esempio, con sindrome ansiosa depressiva o con stress post-straumatico, avevano un'attività abnorme dell'amigdala - spiega Furio Colivicchi, direttore dell'UOC di Cardiologia del San Filippo Neri - .
Grazie a questi esami è stato possibile vedere quali sono le aree del cervello 'attive' in determinati momenti e a intuire per la prima volta il collegamento fra stress e il funzionamento di milza e midollo osseo che regolano il sistema immunitario".

Stressati e 'fragili'
L'amigdala è la nostra 'memoria emotiva'. Quando siamo molto stressati siamo più fragili? "Persone stressate o per un trauma, o per una situazione di deprivazione sociale, per un abbandono o un lutto, sono in una situazione sfavorevole.
E' chiaro che è necessario un concorso di elementi per arrivare all'infarto, ma possiamo dire che un forte stress può favorire un danno vascolare.
Il sistema immunitario 'si attiva' perché riceve un ordine sbagliato dall'amigdala e questa reazione si ritorce sulle arterie".